I disturbi dell’umore, l’ansia e la depressione sono problemi in crescita fra gli adolescenti. Il fenomeno è abbastanza recente e i ricercatori lo stanno mettendo in relazione con la “dipendenza da tecnologia”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato la questione ai professionisti che si occupano di neurosviluppo, e il tema è al centro di incontri scientifici, come è accaduto lo scorso ottobre a Urbino, durante il quarto Convegno Nazionale di Epigenetica.

«I dati che ci arrivano dagli Stati Uniti d’America -dice Daniela Lucangeli, professore Ordinario di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Padova- mostrano che i nostri adolescenti hanno delle vulnerabilità che è necessario affrontare. All’interno di questo quadro c’è anche quello delle nuove dipendenze, che non sono solo quelle dal gioco, o da social media. Si sta verificando la dipendenza da una tecnologia che è diventata la nostra interfaccia con il mondo. Gli studi evidenziano che se togliamo un cellulare a un bambino, si innescano immediatamente delle reazioni di crisi di panico e ansia, fenomeni che non ci aspetteremmo in persone giovani. Gli strumenti digitali possono essere di grande aiuto, ma senza un supporto educativo possono indurre dei rischi a livello dell’umore».

Gli studi scientifici hanno già inquadrato i termini del problema?

«I dati dicono che mediamente apriamo il nostro cellulare o il tablet circa duemila volte al giorno. Ci giocherelliamo al punto tale che andiamo a innescare un sistema quasi artificioso di collegamento umano. A livello psicologico questo è abbastanza chiaro. A livello di neurofunzioni quello che ci sta preoccupando è la dipendenza come una struttura veramente di “sistema dopaminergico”, che è un sistema di rinforzo. Per cui, ogni volta che dal cellulare arriva un messaggio questo funziona a livello nerofisiologico nel rinforzo che noi andiamo a cercare. Togliercelo induce ansia, preoccupazione, stress. Togliere ai ragazzi adolescenti il cellulare è come distaccarli da tutto il sistema che riguarda il proprio sé e la propria esistenza».

A questo punto immaginiamo che il lavoro vada concentrato sulla prevenzione, l’informazione e l’educazione all’uso responsabile degli strumenti digitali.

«Stiamo cercando di esaminare -dice la professoressa Daniela Lucangeli- sia i punti di forza che gli aspetti di rischio derivanti dall’uso di smartphone e tablet. Il sistema educativo ha il dovere di intervenire con consapevolezza».

Scritto da Valentina

Esperta in web marketing e comunicazione, appassionata del mondo della medicina integrata e del benessere olistico, è responsabile della redazione del portale www.biosalus.net

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