È nel gruppo la chiave vincente per risolvere le problematiche del linguaggio come le balbuzie, ecco perchè.
Il linguaggio, la verbalizzazione, veicolano concetti e in tal modo esprimiamo i nostri progetti, le nostre intenzioni e le nostre emozioni. Di supporto al linguaggio verbale vi è la comunicazione non verbale.
"Noi parliamo con tutto il nostro corpo" (Abercrombie 1968).
Le continue ricerche sull’aspetto relazionale nella balbuzie osservano che esistono dei modelli di comportamento di chi balbetta dove la propensione a controllare il proprio flusso di pensiero è eccessiva e intrisa di forti elementi autosvalutativi.
Il balbuziente tende a proiettare nell’altro quello di cui lui stesso pensa di sé, teme che anche chi ascolta adotti il suo metro di valutazione.
Si relaziona all’altro ponendo un’attenzione maggiore ai più piccoli aspetti del suo parlato a discapito dei contenuti e del contatto umano. Questo porta il ragazzo che balbetta a posizioni inadatte all'età e alla responsabilità che la vita chiama ad operare.
La paura di esporsi è frenante nelle situazioni di interazione sociale.
Questa problematica relazionale può essere risolta non certo con una terapia individuale ma di gruppo.
Il valore terapeutico delle dinamiche di gruppo risiede nel confronto allargato che permette di stimolare dinamiche interattive protese al confronto, anche limitando il senso di colpa connesso al sintomo.
Nella terapia individuale a tali dinamiche il balbuziente non partecipa, è in una posizione di non prestazione verbale.
La gran parte dei ragazzi che balbettano teme le dimensioni del cambiamento: per tanto tempo ha convissuto con un disagio che ha portato il disfluente in relazione verbale e non verbale quasi sempre con le stesse modalità.
Fa fatica a mettersi a pari con gli altri in quanto per troppo tempo è stato ingabbiato nelle proprie paure. Ecco perché l’unico contesto dove si può intervenire è il gruppo: è in esso che le paure relazionali, i feedback negativi di memorie vissute sono sollecitate a snodarsi verso l’armonia della comunicazione verbale e non verbale in modo fortemente facilitato.
Operando per il disagio della balbuzie all’interno della dimensione sociale di gruppo, laddove era impossibile pensare ad un cambiamento verbale e comportamentale, si accende una nuova memoria.
È nel gruppo che possiamo sentire vivo il cambiamento e le potenzialità dei singoli individui.
Il lavoro di gruppo permette una crescita olistica della singola persona che acquista consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità. In tal modo si sviluppa un comportamento maturo, duttile, efficace dove si arresta quel meccanismo di timore del giudizio altrui.
Il gruppo diventa quindi una palestra dove poter manifestare le proprie capacità, liberare le negatività, dialogare senza timore e creare le premesse per le nuove regole del cambiamento verbale al fine di raggiungere una evoluzione della fluenza del parlato e della sicurezza caratteriale.
Il percorso così intrapreso permetterà al ragazzo che balbetta di superare la situazione di isolamento , di acquisire consapevolezza, impara a conoscere se stesso, incrementare la propria autostima e superare le proprie paure.