Il 14 dicembre si terrà la quarta edizione del Convegno Nazionale sul Mistero della Coscienza, un evento che esplora i temi più profondi della coscienza umana, dalle radici bibliche alle sfide moderne. Tra i protagonisti ci sarà il professor Giovanni Ibba, esperto in Egittologia, Biblistica e Teologia Biblica, che affronterà il tema dell’autocoscienza nei primi capitoli del libro della Genesi, alla luce della letteratura ebraica antica.
La coscienza nei testi biblici
Come spiega il professor Ibba, nei testi biblici la coscienza non viene trattata con un approccio teorico moderno. Piuttosto, attraverso narrazioni ed esperienze, la Bibbia mostra il significato dell’essere umano e il suo rapporto con Dio, una relazione identitaria e fondamentale.
Dal punto di vista linguistico, nella Bibbia ebraica non esiste un termine specifico che corrisponda alla nostra nozione di coscienza. Tuttavia, troviamo accenni interessanti, come nel Qoèlet, dove si parla di consapevolezza delle dinamiche sociali.
Il Nuovo Testamento introduce invece il termine greco sýneidesis, traducibile come consapevolezza o coscienza, ma mai nel senso individualistico e introspettivo che gli attribuiamo oggi. L’interpretazione dei racconti biblici richiede quindi una lettura ermeneutica, che analizzi la consapevolezza dei personaggi in relazione alle loro azioni e alla loro connessione con Dio.
Qumran e l’attenzione all’interiorità
Un altro esempio di riflessione sulla coscienza emerge dai manoscritti di Qumran, attribuiti agli Esseni. In questi testi, in particolare nella Regola della Comunità, si nota una profonda attenzione alla purezza interiore e alle intenzioni personali.
Come sottolinea il professor Ibba, questa prospettiva introduce una dimensione di controllo sull’interiorità che si lega strettamente al comportamento esteriore. È una riflessione sulle radici del male e sulla natura dell’animo umano, temi che risuonano anche nei testi biblici.
La coscienza nell’era digitale
Oggi, la riflessione biblica sulla coscienza può offrire spunti preziosi per comprendere le sfide della modernità, come l’avvento dell’intelligenza artificiale.
Il professor Ibba evidenzia che, secondo la Bibbia, la coscienza guida nella scelta tra bene e male, tra vita e morte. Applicato alle tecnologie moderne, questo significa interrogarsi sui fini del loro utilizzo. Le innovazioni sono positive quando promuovono la vita e la dignità umana. Al contrario, quando diventano strumenti di potere o profitto fine a sé stesso, rischiano di cadere nell’idolatria, un concetto fortemente criticato nei testi sacri.
Un messaggio di attualità
In un mondo ipertecnologico, il richiamo all’onestà e alla riflessione sulla coscienza diventa fondamentale. I testi biblici ci ricordano l’importanza di mantenere viva la nostra umanità, anche nelle scelte più innovative.
Non perdete l’opportunità di approfondire questi argomenti durante la quarta edizione del Convegno Nazionale sul Mistero della Coscienza, il 14 dicembre.
Intervista completa e programma del convegno a al link: www.istitutomedicinanaturale.it/cnmc2024