Quando le tecniche moderne si combinano con una tradizione centenaria
Una filosofia antica abbinata a delle tecniche moderne. Questa è la Spagyria, termine che immediatamente evoca l’Alchimia e personaggi come Paracelso, ma in questo caso non entriamo in un territorio ai confini fra scienza e magia. Parliamo infatti di prodotti ufficialmente riconosciuti dal Ministero della Salute, ottenuti seguendo procedure specifiche che conferiscono qualità particolari a dei rimedi fitoterapici creati per affrontare alcuni problemi di salute.
«La Spagyria -dice Giancarlo Salomoni, esperto in tecniche erboristiche e spagyriche- è una tecnica estrattiva svolta in laboratorio, che consente di ricavare dalle piante, in maniera molto efficace, dei principi attivi. Il vantaggio rispetto ad altre procedure è che con il metodo spagyrico si ottengono principi attivi a più alta concentrazione e minor degrado. Tutto questo fa sì che le sostanze che si assumono abbiano maggiore efficacia terapeutica rispetto a quelle prodotte con altri metodi».
Quali sono le tecniche che caratterizzano il metodo spagyrico in laboratorio?
«Innanzitutto la pianta che si usa deve avere delle caratteristiche specifiche e rispettare certi parametri. Quindi, la materia di partenza è molto importante. Altro elemento significativo è il solvente. L’alcol che si utilizza viene “lavorato” prima di avviare il processo di estrazione: in tal modo se ne cambiano anche le caratteristiche organolettiche. L’alcol diventa più “dolce” e perde dei residui di acidità. Altro elemento molto significativo è che la tintura spagyrica viene ricavata dalla pianta nella sua interezza. Quindi, non abbiamo solo il principio attivo, ma anche i sali oligominerali presenti nella materia prima, i quali andranno ad agire anche a livello enzimatico. Abbiamo dunque un’azione sinergica fra più componenti che ricaviamo dalla pianta. Il termine Spagyria deriva due parole greche e significa “separare e riunire”. La tecnica che viene adottata infatti ha il compito di separare le impurità dalla pianta e mantenere ciò che è utile per l’effetto terapeutico. In un certo senso, in laboratorio viene fatto ciò che fa il nostro apparato gastro-intestinale. Il prodotto spagyrico è come se fosse “pre-digerito”, quindi è assimilabile con grande rapidità, va immediatamente nel circolo sanguigno e produce il suo effetto in poco tempo. Tutto questo è l’aspetto chimico e biochimico del processo spagyrico, documentato e a disposizione di tutti».
Quando si parla di Spagyria, però si fa anche riferimento a una “filosofia”. Di che cosa si tratta?
«Fermo restando il punto di vista chimico e biochimico, e i dettami di produzione in laboratorio indicati dal Ministero della Salute -sottoliena Giancarlo Salomoni- c’è un anche un ulteriore aspetto: rendere “energetica” la sostanza che si produce con tecnica spagyrica. La carica di energia facilita la diffusione dei principi attivi nel corpo, e abbina il livello biochimico con quello “mentale”. A questo si può credere o meno. L’approccio “filosofico” fa parte di una tradizione centenaria, ed è il punto di origine della medicina odierna. Fino a che l’industria farmaceutica non ha spinto sui prodotti di sintesi, perché meno costosi, larghissima parte dei prodotti terapeutici derivavano dalle piante. La Spagyria ancora oggi rispetta quella tradizione e ricava tutti i propri principi attivi dalle piante».
Di tutti questi temi Giancarlo Salomoni parlerà a Rimini, nella sede dell’Hotel Villa Bianca, venerdì 1 marzo 2019 alle ore 18.30. Tema dell’incontro sarà: “Alchimia e Spagyria”. Il seminario fa parte del programma Biosalus in Tour ed è a ingresso gratuito.
Per maggiori informazioni, iscrizioni on line e dettagli visita la scheda dell'evento cliccando qui.