Mal di pancia ricorrente nei bambini

Quando il mal di pancia non è riconducibile ad una patologia: tipi, cause e possibili rimedi

Sin dalla prima infanzia è comune il dolore addominale, il cosidetto mal di pancia, ne soffre circa il 10-20% dei bambini di due o tre anni di vita; per questo problema si richiedono visite ed accertamenti e i genitori sono spesso preoccupati.
La sua incidenza cresce con l'età per diventare massima in epoca puberale, è più frequente nelle ragazzine.

Parliamo di dolore percepito come importante, di crisi che fanno smettere di giocare o studiare, accompagnate da pallore, mal di testa, dolori percepiti anche in altre parti del corpo, come dolori ossei e da incapacità di gestire lo stress.

Le crisi dolorose avvengono all'improvviso e durano al massimo un'ora, il dolore si localizza intorno all'ombelico, non ha relazione con il pasto o con la defecazione e si risolve per lo più in maniera spontanea; si manifesta almeno una volta la settimana per almeno due mesi.

Nonostante la persistenza dei sintomi e la sofferenza che causano, queste sono crisi dolorose di natura “ funzionale”, cioè non organiche e i bambini che ne soffrono e le loro famiglie dopo una attenta anamnesi e visita clinica dovrebbero essere rassicurati senza richiedere dolorose indagini o consigliare terapie a lungo termine. Può essere invece opportuno, valutare con il proprio pediatra se può essere necessario effettuare al massimo degli esami del sangue e delle feci.

Le vere patologie addominali nei bambini sono davvero poche (per fortuna!). La durata dei sintomi, che si ripetono identici nel corso delle settimane, fanno escludere in questi casi la patologia chirurgica acuta, come l'appendicite, per esempio.

I 4 tipi di “mal di pancia funzionale”

Possiamo dividere il “mal di pancia funzionale” in:

  • Dispepsia funzionale (dolore o fastidio localizzato allo stomaco non modificabile con la defecazione presente per almeno 1 volta la settimana per almeno 2 mesi);
  • Sindrome dell'intestino irritabile (dolore associato a stipsi o diarrea che migliora con la defecazione almeno 1 volta a settimana per almeno 2 mesi);
  • Emicrania addominale (dolore addominale a crisi associato ad astenia, nausea, vomito, cefalea, pallore e storia materna di emicrania in almeno 2 episodi negli ultimi 2 mesi);
  • Sindrome del Dolore Addominale Funzionale (DAF senza le caratteristiche dei primi tre che disturba la attività con cefalea, dolore alle gambe e sonno disturbato).

Queste categorie possono presentarsi da sole o insieme in tempi diversi nella storia dello stesso bambino.

Come possiamo riconoscerle o escluderle?

L'importante è riconoscere i segnali tipici del dolore funzionale (cioè non organico, non sintomo di malattia) dell'addome:

  • il dolore è localizzato intorno all'ombelico;
  • il dolore non risveglia mai il bambino di notte;
  • non c'è febbre o vomito o diarrea o stitichezza ostinata;
  • non ci sono sangue o muco sulle feci;
  • i bambini crescono bene in peso e sono per il resto vivaci e mangiano regolarmente;
  • anche se il dolore è presente a crisi da molto tempo le condizioni dei bimbi non si aggravano;
  • non ci sono aggravamenti particolari con l'assunzione di particolari cibi.

Quando il mal di pancia è legato all'emotività

Ma perché molti bambini manifestano quadri dolorosi così specifici legati all'addome?

È ormai noto che esiste una stretta relazione tra intensità delle sensazioni provenienti dall'addome e stato emotivo, come se il “secondo cervello addominale” venisse più sentito da determinati soggetti.

Questa particolare condizione si chiama iperalgesia, condizione per la quale la sensibilità dolorosa è aumentata.
E allora, se guardiamo attentamente il nostro ragazzino con dolori addominali ricorrenti, troveremo che spesso è molto emotivo, che cerca continuamente la perfezione, che vuole dare il massimo di sé, che è molto critico con se stesso, spesso accompagnato nella sua crescita da una famiglia che chiede impegno e risultati. Non dimentichiamoci il ruolo centrale dell'addome nel benessere dell'organismo intero, la sua radicale importanza.

Consigli per risolvere il “mal di pancia funzionale”

È di fondamentale importanza che le famiglie che si trovano ad avere a che fare con simili situazioni siano informate della radice profonda dei sintomi, che vengano rassicurate e invitate a lavorare sulla emotività del bambino, sullo scarico dello stress  e che lavorino sul benessere intestinale del bambino con una alimentazione adeguata e sana, soprattutto vegetale.

Nel caso in cui i bambini lamentino dolori addominali ricorrenti è comunque molto utile rendere il loro apparato intestinale il più disinfiammato possibile.

Il cibo può avere valenza infiammatoria o antiinfiammatoria non solo sull'apparato digerente ma su tutto l'organismo. Dunque, anche se la dieta non sarà sufficiente ad estinguere i sintomi, è bene che i bambini assumano un'alimentazione antiinfiammatoria, ricca di verdura e frutta di stagione, cereali e legumi con proteine animali non eccedenti e di buona qualità. Attenzione al latte vaccino e al glutine, molecole infiammanti che possono trovare posto solo a margine di una dieta equilibrata. 

Curiamoci anche della loro idratazione, è bene che questi bambini si ricordino di bere acqua durante il giorno. Naturalmente sono da evitare i cibi-spazzatura, le bevande zuccherate, i dolciumi, i fritti.

Utile anche l'uso di probiotici, in particolare bifidi e lattobacilli, a cicli per periodi prolungati: essi fungono da rinforzo di un messaggio positivo per una condizione che di norma è destinata a guarire del tutto.

Non dimentichiamo, inoltre, quanto in questi piccoli pazienti così sensibili al dolore, sia importante tenere bassi i livelli di stress: l'asse dello stress incide fortemente sulla composizione del microbiota intestinale e sull'apparato gastroenterico. Dunque offriamo ai bambini la vita all'aria aperta, il contatto con la natura, il piacere di una sana attività fisica libera e non competitiva! Il movimento produce endorfine e le endorfine riducono la sensibilità al dolore

Non stimoliamo l'ansia dei nostri figli, rimaniamo sereni rispetto al loro sintomo. Ricordiamoci che l'atteggiamento dei genitori rispetto alle condizioni dei propri figli risulta quasi sempre più importante dei farmaci.

 

 

 

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Scritto da Eleonora Lombardi Mistura

Medico, pediatra, omotossicologo, esperta in medicina fisiologica di regolazione e microimmunoterapia in pediatria, socia SIPEF (Società Italiana di Pediatria Fuzionale).

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