Mente, stile di vita e ruolo dei professionisti della salute
Dalla teoria alla pratica. Dalla ricerca all’applicazione clinica. L’epigenetica non è più una disciplina per iperspecialisti. Negli ultimi anni è stato compiuto il grande salto che mette in relazione le influenze dell’ambiente sulla salute di tutti noi, fin dai mesi di gravidanza. Adesso la sfida riguarda la diffusione sempre più ampia di queste informazioni fra gli operatori sanitari. A Urbino, i prossimi 5 e 6 ottobre, la quinta edizione del Convegno Nazionale di Epigenetica avrà fra gli obiettivi il confronto trasversale fra gli operatori sanitari di diversi settori.
«La scoperta dei meccanismi epigenetici -dice la dottoressa Marina Risi, specialista in Ostetricia e Ginecologia, Agopuntura e Medicina Integrata,Vice-presidente della Società Italiana di Psico Neuro Endocrino Immunologia- ha delle ricadute cliniche fondamentali. Sono convinta che questo patrimonio di informazioni debba entrare nel bagaglio formativo e conoscitivo di tutti gli operatori sanitari, perché l’epigenetica ci spiega l’adattamento continuo che ogni vivente fa rispetto all’ambiente, sia esterno che interno».
Per questo 2019 il tema del Convegno Nazionale di Epigenetica sarà “Malati di ambiente e prospettive future. Percorsi di integrazione tra epigenetica e microbioma”. Si parlerà di salute, di come l’ambiente influenza il nostro benessere, di problemi legati allo stile di vita. Secondo la dottoressa Risi l’appuntamento sarà una nuova grande occasione da non perdere.
«Sappiamo -dice Marina Risi- che alcuni stili di vita sono fondamentali per la prevenzione e la cura delle malattie. I risultati positivi si vedono quando si riesce a integrare la quiete della mente, l’attività fisica, la sana alimentazione, con la cura farmacologica delle malattie cardiovascolari, del cancro, del diabete. E’ importante che gli operatori sanitari sappiano quali sono i meccanismi di regolazione del nostro organismo, quanto la ricerca dell’equilibrio sia importante per promuovere la salute ed evitare patologie».
Quindi, formazione e scambio di idee fra professionisti sono la base irrinunciabile per utilizzare al meglio le conoscenze che arrivano dalle ricerche più recenti.
«Abbiamo un grande bisogno di integrarci –afferma la dottoressa Risi- di unire le forze. Sono convinta che il grande cambiamento avverrà nell’incontro fra la ricerca e la clinica. Il secondo grande incontro è tra la medicina, la psicologia e le scienze umanistiche. Questo nel convegno di Urbino avviene. Dobbiamo favorire la possibilità di incontro con varie professioni, dialogare con filosofi, sociologi, antropologi. Abbiamo bisogno di integrare il nostro punto di vista. Siamo stati per troppi decenni a bagno in un’idea meccanicistica di “riparare i pezzi”».
Che cosa intende dire?
«Viviamo in un mondo troppo “medicalizzato”, con l’idea che la risoluzione della patologia sia affidata esclusivamente ai farmaci. Questo non è assolutamente vero. Dobbiamo responsabilizzarci in merito alla costruzione della salute. Quando parlo di “stile di vita” mi riferisco anche all’aspetto psico-emozionale. Anche questo agisce su di noi, sul nostro sistema, con modificazioni epigenetiche. Occorre restituire il ruolo di protagonista a ogni persona, rispetto alla propria salute».
La dottoressa Marina Risi sarà relatrice durante il prossimo Convegno Nazionale di Epigenetica. Il suo intervento è fissato per domenica 6 ottobre, alle ore 11.25, sul tema “Epigenetica e modelli clinici: dalla promozione della salute alla cura delle malattie”.
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