Generalmente, quando si parla di placebo ci si riferisce ad una sostanza, un finto farmaco, che nel suo interno non contiene nessun principio attivo che possa essere una cura. Negli ultimi anni sono stati pubblicati centinaia di lavori clinici e sperimentali per cercare di capire il manifestarsi di effetti positivi o negativi nella fisiologia di persone che hanno ricevuto solo “acqua fresca”, credendo invece fosse un farmaco.
Il 26 Marzo 2014 sul sito dell' A.I.F.A. (Agenzia Italiana del Farmaco) è uscito un articolo a firma dell'allora direttore generale Luca Pani dal titolo “Non solo Placebo: la neurobiologia degli effetti da prodotti inerti”. Nel testo si elenca un'innumerevole quantità di studi, fatti in diverse strutture di ricerca nel mondo, sull'effetto placebo e nocebo dei farmaci.
Se il placebo cura il paziente per il 30% dei casi, un farmaco per essere immesso sul mercato dovrebbe fare molto di più; pochi però sono i medicinali che raggiungono questo risultato. Un esperimento con l'iperico, condotto nel 2006 negli Stati Uniti su un gruppo di pazienti depressi, ha riportato che il 24% dei suddetti si sentiva meglio assumendo questa pianta, equiparando la percentuale ad un farmaco di sintesi di nome Zoloft; ma la vera sorpresa è stata che il placebo, usato come doppio cieco per la sperimentazione, curava il 32% dei pazienti che lo assumevano!
Il nostro corpo è in grado di sintetizzare diverse sostanze con strutture chimiche differenti come ad esempio betabloccanti, istamina, somatotropina, endorfine e migliaia di neuropeptidi in risposta ad un assunzione di una pillola senza nessun principio attivo nel suo interno. Il placebo è così potente che perfino il colore della capsula influenza sulla sua efficacia: pillole colorate danno più sollievo di quelle bianche, pillole azzurre aiutano a dormire più di quelle rosse, e le capsule verdi sono le più valide per i medicamenti contro l'ansia.
Ancora, pastiglie prodotte da un marchio noto battono in efficacia i generici con la stessa identica composizione; le capsule sono più convincenti delle pasticche, e le iniezioni producono un effetto ancora più pronunciato delle assunzioni per bocca.
Le dinamiche che innescano l’effetto nocebo sono speculari a quelle del placebo: se si pensa che una sostanza farà male, con molta probabilità può succedere che questo accada; infatti è l’aspettativa ansiogena e negativa che può attivare l’effetto nocebo. Ma cosa avviene nel nostro cervello?
Dice Bottaccioli in un articolo intitolato proprio “Placebo e nocebo, il potere della mente” che tecniche come la neuro-immagine hanno dimostrato l'esistenza di una doppia via, quella per il placebo, che attiva il cosiddetto circuito del premio e del piacere; e un'altra per il nocebo, che attiva il circuito dell'ansia.
In uno studio pubblicato su Lancet Neurology nel 2004, a un gruppo di pazienti che avevano subito un’operazione chirurgica fu prescritta la stessa dose di analgesico (morfina), ma somministrato in due modi: da un'infermiera tramite un'iniezione o in modo automatico tramite una pompa a infusione. Nel primo caso il paziente era consapevole quando la morfina veniva iniettata, mentre nell'altro il paziente sapeva che la riceveva ma non quando, anche se il dosaggio era identico. Il risultato fu che il dolore cessava prima quando si sapeva il momento in cui veniva somministrato il trattamento, piuttosto che quando veniva iniettato all'insaputa da una macchina . Non solo, la somministrazione in pompa di 6-8 mg di morfina è risultata efficace alla pari di un’iniezione di placebo fatta dall’infermiera; in altre parole, un placebo iniettato è potente come 6-8 mg di morfina infusa da una pompa. L’effetto analgesico della morfina, invece, è risultato più forte del placebo quando la dose è stata aumentata a 12 mg .
La forza della mente, quindi può influenzare il corpo (epigenetica) sia positivamente che negativamente; è sorprendente come un pensiero di Gandhi possa contenere questo enorme significato: “le vostre credenze diventano i vostri pensieri. I vostri pensieri diventano le vostre parole. Le vostre parole diventano le vostre azioni. Le vostre azioni diventano le vostre abitudini. Le vostre abitudini diventano i vostri valori. I vostri valori diventano il vostro destino”.
Bibliografia
Benedetti, F. (a cura di) The Placebo and Nocebo Effect: How the Therapist’s Words Act on the Patient’s Brain, 2014.
Disponibile all’indirizzo: http://misc.karger.com/gazette/69/benedetti/art_3.htm.
Bottaccioli, F. (a cura di) Placebo e Nocebo, il potere della mente, 2010. Disponibile all’indirizzo:
http://www.simaiss.it/PDF/articoli/Placebo-e-Nocebo.pdf.
Boukaram, C. (2012) Il potere anticancro delle emozioni. URRA Edizioni, Trento.
Lipton, B. H. (2012) La biologia delle credenze. Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula. Macro Edizioni, Cesena.
Vozza, L. (a cura di) Effetto placebo e nocebo in 5 puntate, 2012. Disponibile all’indirizzo:
http://archivioscienze.scuola.zanichelli.it/biologia-e-dintorni/2012/01/08/effetti-placebo-e-nocebo-in-cinque-puntate1-che-cos-e-che-cosa-non-un-effetto-placebo/.