L’alimentazione nei problemi della vescica biliare

Tra le disfunzioni che colpiscono la cistifellea, la formazione di calcoli rappresenta una problematica abbastanza comune nelle popolazioni occidentali.

La causa primaria è legata alla solubilità della bile dipendente dalla concentrazione relativa di colesterolo, acidi biliari, colina, lecitina e acqua.

La dieta adeguata in presenza di calcoli di colesterolo ha lo scopo di non far peggiorare la sintomatologia (difficoltà digestiva e dolore).

 

Una vera azione terapeutica in questa situazione non si può realizzare, mentre un intervento preventivo di questa malattia ha sicuramente un valore altamente significativo.

Molti studi epidemiologici evidenziano una stretta relazione tra dieta e calcolosi biliare: in particolare è proprio il largo uso di cibi raffinati ( prodotti da forno), dolciumi ( ricchi di grassi saturi), latticini e salumi ad incidere negativamente in questa patologia.

Un consumo insufficiente di verdure e legumi riduce nella dieta quotidiana il contenuto di fibre, molecole importanti perché stimolano la sintesi di acidi biliari da parte del fegato.

La fluidità della bile è maggiore nei soggetti con alimentazione vegetariana in quanto le fibre idrosolubili, presenti nella frutta e negli ortaggi, si legano all'acido desossicolico.

Le proteine animali come, ad es. , la caseina presente nel latte e nei derivati, hanno dimostrato di favorire la formazione di calcoli in sperimentazione animali al contrario delle proteine vegetali presenti nei legumi che hanno , invece, evidenziato di contrastare tale fenomeno.

Condizioni favorenti la formazione di calcoli sono , inoltre, il sovrappeso elevato e l'obesità in quanto si verifica un aumento della sintesi di colesterolo e come conseguenza una percentuale più alta di tale lipide nella bile.

Alcuni autori tra cui M.T. Murray riferiscono una possibile correlazione tra questa patologia ed una ipersensibilità alimentare; gli alimenti più coinvolti nel peggiorare la sintomatologia dolorosa che spesso accompagna la formazione di calcoli sono:

  • uova,
  • carni di maiale,
  • cipolla,
  • carni di pollo,
  • latte,
  • caffè,
  • agrumi,
  • mais,
  • leguminose e noci.

Tale studio riferisce inoltre assenza di sintomi quando venivano consumati manzo, segale soia, riso, ciliegie, pesche, albicocche, bietole e spinaci.

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese la vescicola biliare e il fegato appartengono all'energia legno, perciò una dietetica preventiva e curativa deve utilizzare cibi con queste caratteristiche energetiche.

In particolare, per individuare una dieta corretta è bene capire la causa che ha originato il problema; i quadri prevalenti sono due e la diagnosi differenziale ci riporta a correzioni alimentari un po' diverse.

Vediamo il primo evento causale: Stasi dell'energia del fegato e della vescica biliare

In questa condizione è spesso presente dolore intercostale a destra, tensione nervosa e/o umore depresso.
l'intervento dietetico non deve prescindere dall'eliminazione di cibi freddi come gelati, yogurt, agrumi, succhi di frutta tropicali, eccesso di verdure crude; sono invece indicati alimenti dal sapore dolce come i cereali in chicco (avena e farro), miele ed una quota di cibi freschi ed amari come cicoria, carciofo, cardo e ravanello.

Tra la frutta privilegiare le pere e l'uva. Non utilizzare spezie calde e piccanti come pepe e peperoncino, aglio e cipolla.

Il secondo quadro è quello relativo a: Accumulo di calore e umidità nella cistifellea

Molto spesso i sintomi associati sono: nausea, bocca amara, sensazione di calore corporeo e cefalea; occorre escludere dall'alimentazione quotidiana tutti i formaggi, salumi, carni grasse, dolci elaborati, caffè e gli alcolici, compreso il vino.

Sono comunque da moderare tutte le proteine animali come le carni e le uova, soprattutto se abbinate a cotture forti (fritto, forno e griglia).

Anche i condimenti come l'olio d'oliva ed il burro sono da utilizzare con parsimonia. La dieta deve essere quindi impostata sui cereali (orzo, riso, miglio, farro e mais) meglio se in chicco o come farine integrali.

Tra le fonti proteiche privilegiare i legumi ed il pesce magro; tra gli ortaggi è fondamentale un uso quotidiano di verdura a foglia verde, meglio cotta a vapore o scottata.

Uno spazio devono trovare anche le radici quali : rapa bianca, ravanello, zenzero e daikon.

Una quota di cibo fermentato come, ad es. i crauti e l'impiego in cucina di basilico, origano, limone e aceto sono abitudini da incoraggiare.

Anche lo stile di vita è influente in questa condizione: il rispetto degli orari dei pasti ( evitare le cene pesanti a tarda sera) ed un'attività fisica leggera hanno una valenza preventiva.


Le indicazioni di massima riportate nella rubrica, estratte dalla letteratura specialistica del settore, hanno uno scopo puramente informativo e divulgativo : non intendono in nessun modo fornire suggerimenti per l'autocura . Il ricorso agli oli essenziali per trattamenti di qualunque genere deve essere sempre elaborato da un consulente esperto.

Scritto da Laura Bertoni

Farmacista, erborista, naturopata, docente di Naturopatia Olistica Applicata presso la Scuola Italiana di Naturopatia promossa dall'Istituto di Medicina Naturale di Urbino.

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