Se pensi al Perù cosa ti viene in mente?
Ci sono facili luoghi comuni che, chi non ha mai viaggiato in Perù può raccontare, la comunità peruviana in Italia è molto affollata, e non tutti gli Italiani riescono ad andare in profondità nella vera cultura Andina.
Perché questo?
Perché ogni nazione così come il Perù da il proprio meglio nella sua terra di origine, è li che non solo si scopre una cultura, ma la si vive in pieno. Di questo paese in questi 2 anni abbiamo scelto di esplorare, la Regione di Cusco (Gli Inca la chiamavano L'Ombelico del Mondo), il lato Peruviano del Titicaca e a Luglio prossimo ci spingeremo fino alle linee di Nazca.
Questa zona peruviana, cambia moltissimo dalle altre, principalmente per una cosa, l'accoglienza e l'umiltà che questo popolo dona agli esploratori che con rispetto e ammirazione attraversano e vanno in profondità nella spiritualità e cosmovisione andina.
Cos'è la cosmovisione Andina?
Citiamo un estratto dal Libro "Uomini e Dei del Perù - I Miti delle Civiltà Andine" di Francesco Birardi che sarà con noi ad Urbino durante una delle conferenze del Biosalus Festival l'8 ottobre (dalle ore 14:30 alle 15:30 alla Data).
"In Peru, e in tutto l'Arco Andino esistono tradizioni antichissime, che si radicano in una particolare e ben definita visione il mondo
e dell'Universo, per cui possiamo parlare di una vera e propria Cosmovisione andina.
Il Simbolo nel quale viene espressa la totalita' di questa visione è la Chakana, o croce andina.
La Chakana in realta' ha in sé una molteplicità di significati: rappresenta la Croce del Sud o Cruz del Sur, la
Costellazione che aiuta le popolazioni dell’emisfero australe a orientarsi di notte (come la stella polare per noi nell’emisfero
boreale). Rappresenta anche le quattro direzioni cardinali, Nord - Sud - Ovest - Est, e i tre Livelli del Mondo: Hanan Pacha, Kay Pacha e
Uku Pacha.
Il Livello inferiore è l’Uku Pacha, la dimensione degli inferi, cioè del collegamento con il mondo sotterraneo, delle emozioni, delle
profondità dell’uomo e del Mondo dei Morti. A questa dimensione ci si può connettere anche fisicamente attraverso le grotte e gli antri della
Terra, che per gli andini erano un accesso diretto verso questo mondo sotterraneo. L’animale simbolo e guardiano di questo mondo è
l’Amaru, cioè il serpente o anaconda.
Poi c’è il Mondo in cui l’uomo vive la sua vita quotidiana, il Kay Pacha, simboleggiato dal Puma.
Il Mondo superiore è l’Anaq Pacha, attraverso il quale l’uomo si connette al Divino, al Mondo Spirituale, il Mondo dei cieli dove
vivono tutte le Divinità.
La divinità massima è Wiracocha, il Creatore; di grande importanza anche Tata Inti, cioe' il Padre Sole, gli Apu, cioè gli Spiriti delle Montagne, le nuste che sono gli spiriti dei corsi d’acqua, e tutte le altre forme spirituali.
L’animale simbolo di questo mondo è il Kuntur, il Condor.
Il principio sacro nel mondo andino è l’Ayni è una parola in lingua quechua, che può essere tradotta in italiano con “reciprocità”. E’ un concetto antichissimo, che risale alle origini delle civiltà andine. Il simbolo dell’Ayni
sono due braccia che si incrociano in cui una mano dà e una riceve, simbolo dello scambio cosmico dell’Universo.
L'uomo lavora la Terra, ed ella gli dona i suoi frutti; una persona ama e dona tempo agli altri, e questo per reciprocita' le torna
sotto qualche forma, anche se non per forza dalle stesse persone a cui ha donato.
I "comandamenti", se cosi vogliamo chiamarli, o principi morali andini sono tre: Non rubare, non mentire, non oziare. A cui se ne aggiunge un ultimo:
"Tratta le donne come se fossero tua sorella o tua madre".
Una saggezza semplice e antichissima, che ancora oggi si puo' vivere nelle zone rurali del Peru, e che puo' essere di grande ispirazione per tutto il Mondo Occidentale.
Passato e Presente Gli antichi miti delle Ande consentono di intravedere le linee fondamentali del pensiero andino preispanico. Il concetto più interessante è che il mondo è percepito come frutto di una tensione tra coppie di forze opposte e complementari: passato e presente, natura e cultura, alto e basso, luce e buio, uomo e donna, bene e male, ricchezza e povertà, e così via, in una costante dialettica che ricorda quella fra Yin e Yang del taoismo cinese.
Il tempo a sua volta non è percepito come un flusso lineare dal passato al futuro, ma come un'alternanza ciclica di epoche intervallate da violenti periodi di crisi e di ritorno al caos: chiamato il Pachacuti. Il presente si impone sul passato ed è insidiato dal futuro che è in realtà una riedizione del passato, e così via. Ogni epoca rappresenta un universo completo, col suo Sole, la sua umanità, le sue caratteristiche, che sono l'opposto dell'epoca precedente e anche della successiva. Ad ogni Pachacuti il mondo si caopovolge, come una moneta e la faccia che presenta è il rovescio dell'altra.
Questo modo di pensare il mondo per coppie simmetriche e contrarie costituisce il cardine stesso del pensiero andino."