La Gravidanza rappresenta per la donna una grande opportunità per indagare aspetti che difficilmente in altre situazioni della vita potrebbero emergere: è l’espressione di massima creatività di una donna; una nuova vita, in modo straordinario, si crea, si impianta e cresce nel suo corpo, senza che lei possa consciamente controllarne i processi. Ciò richiede grande fiducia nella potenza del corpo, nelle competenze del bambino dentro la pancia e nella Natura che da milioni di anni programma questo evento; richiede pazienza, attenzione e capacità di godere dell’attesa.
L’andamento della Gravidanza, come quello del parto, è ritmico e si muove tra momenti di affaticamento e momenti di benessere: questa ritmicità avviene in contemporanea a cambiamenti ormonali e la donna vive nuove sensazioni e nuovi bisogni. L’ascolto del corpo aiuta a riconoscere e assecondare questi bisogni.
Vediamo quindi che ogni trimestre della gravidanza ha le proprie caratteristiche ormonali, fisiche, emotive che, come delle onde, sospingono, guidano, accompagnano la donna al parto e il bambino alla nascita.
Il primo trimestre, è quello dell’ADATTAMENTO
Gli estrogeni hanno il compito di accrescere il tessuto ghiandolare dei seni, aumentare i liquidi, ammorbidire tutti i tessuti per aprire il corpo della donna alla gravidanza e al parto.
Dal punto di vista fisico nel primo trimestre la donna sente fin da subito l’azione ormonale sul corpo: maggiore stanchezza, sensibilità agli odori, aumento del seno...
Emotivamente vive un’ambivalenza di sentimenti dovuti a questo cambiamento che sta avvenendo in lei: da una parte tanta gioia, eccitazione, curiosità, dall’altra timore per la trasformazione che l’arrivo di un figlio comporta prima nel corpo, poi nella coppia, nella famiglia, nell’ambito lavorativo, nella libertà individuale.
La cosa migliore da fare in questi primi mesi sarebbe proprio lasciarsi travolgere da questo caos emozionale, rallentare il ritmo quotidiano, inserire delle pause nella vita frenetica quotidiana, cercare situazioni o ambienti che rendono serene e portano benessere, dormire quando o appena possibile e vivere lo stupore di ciò che sta avvenendo dentro di sé, perché ciò crea i presupposti per entrare nella trasformazione del divenire madre.
Il secondo trimestre è il trimestre della SIMBIOSI
Superato l’adattamento iniziale, la donna si trova in una condizione di estremo benessere: la pancia è aumentata e lei avverte il riconoscimento sociale del suo essere in gravidanza, sente i movimenti del bambino, la pelle è distesa, i capelli folti e luminosi, si sente bella, il corpo le permette di muoversi bene, aumenta il desiderio sessuale che si era ridotto nei primi mesi.
Grazie agli estrogeni, la donna nel secondo trimestre si apre emotivamente, acutizza la sua sensibilità, piange più facilmente, sogna molto, entra in contatto con il proprio bambino.
Il trimestre centrale è il momento migliore per dedicarsi a sé, prendendosi del tempo per fare qualcosa di piacevole: yoga, acquaticità, passeggiate nella natura, attività creative, leggere, ascoltare musica, danzare, tutto ciò che può aiutare la donna a nutrirsi, ad ascoltarsi ed entrare dentro di sé per favorire il contatto con il bambino.
Più la donna entra in simbiosi con il bimbo che porta in utero, più la separazione, processo che inizia nel terzo trimestre e si conclude con il parto, può avvenire.
Il terzo trimestre rappresenta quindi la SEPARAZIONE
L’ossitocina aumenta sempre di più: è l’ormone dell’amore, della sessualità, della condivisione, della comunicazione affettiva, prepara l’utero a contrarsi.
La donna prepara il nido per accogliere il suo bambino: la casa, tutto il necessario per accudirlo; si prepara partecipando a corsi preparto, decide dove partorire e se vuole un’ostetrica a fianco.
Emotivamente ritorna l’ambivalenza del primo trimestre: si alterna la paura alla fiducia, il desiderio di abbracciare il bambino al volerlo “tenere dentro” ancora un po’, il bambino immaginario al bambino reale, il pianto al sorriso.
Anche in questo trimestre è importante lasciarsi a questo sentire, accettandolo e alternando momenti di attivazione a momenti di riposo come ad entrare poco a poco nel ritmo della contrazione.
Se la donna si concedesse la possibilità di entrare nel ritmo della gravidanza, potrebbe trarre i benefici di questo “movimento” e arrivare al parto consapevole e pronta.
Questi trimestri si ripresenteranno nel dopo parto, nell’esogestazione, e per i 9 mesi successivi al parto, sarà la coppia “mamma - bambino reale” a creare il ritmo di adattamento, simbiosi, separazione ripercorrendo le tappe emotive dell’endogestazione.
Come scrive la psicologa Alessandra Bortolotti, la gravidanza è “aprire la mente, aprire il cuore, aprire il proprio corpo per far uscire una nuova vita e consegnarla al mondo, alla luce, agli altri” e questa apertura è possibile se si entra nel ritmo dei tre trimestri.