Gli studi dell'epigenetica sulla trasmissione degli effetti traumatici tra generazioni
Lo stress dei padri ricade sui figli. La ricerca fa grandi progressi e ci sta dicendo che esiste una concatenazione fra i traumi subiti da una generazione di persone e la generazione successiva. Il tutto avviene tramite delle modificazioni chimiche del DNA. Per gli scienziati è una rivoluzione copernicana. Vuol dire che i traumi psichici dei genitori, quindi qualcosa di intangibile, possono condizionare la salute mentale dei figli.
«Da alcuni decenni -dice il prof. Librorio Stuppia, docente universitario di Genetica all’Università di Chieti- le ricerche avevano confermato che le esperienze di vita dei genitori potevano avere delle conseguenze sui figli. Si faceva riferimento a persone che abusavano di alcolici, erano dei forti fumatori, oppure avevano abitudini alimentari scorrette. Di recente gli studi ci hanno dato però degli elementi nuovi e particolarmente interessanti. Per citare un esempio, si è capito che i figli dei sopravvissuti dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale avevano un rischio maggiore di andare incontro a dei disturbi post-traumatici da stress. Quindi, gli effetti del trauma subìto sono passati alla generazione successiva, attraverso il DNA. Si tratta di una scoperta importantissima. In passato era stato importante dimostrare che i traumi in età infantile potevano indurre dei comportamenti aggressivi e antisociali nel soggetto che giungeva all’età adulta. Oggi il grande passo avanti è stato identificare addirittura un passaggio transgenerazionale».
Quali potranno essere le applicazioni di queste scoperte?
«Un domani potremo identificare nei bambini molto piccoli le possibili modificazioni chimiche che li rendono suscettibili ad andare incontro, nel corso della loro vita, a fenomeni come la depressione, la schizofrenia, aggressività, a causa di disturbi post-traumatici da stress. Potremo cioè identificare degli individui a rischio, e aiutarli a vivere meglio».
La ricerca sta quindi fornendo nuovi strumenti per la tutela della salute.
«Si, è esattamente così. Bisogna però fare molta attenzione -dice il prof. Stuppia- perché spesso la nostra società, davanti a problemi complessi cerca delle soluzioni semplicistiche. Faccio un esempio pratico: c’è un aumento dei casi di autismo. È un dato di fatto. Come spiegazione, a mio parere, è stata identificata una causa “facile” che non ha alcuna base scientifica. È stata attribuita la responsabilità alle vaccinazioni. Si è quindi aggiunto il problema di alcune morti di alcuni bambini per morbillo, perché non erano stati vaccinati. In realtà -aggiunge il professore- se si studiano le casistiche si vede che col passare degli anni le nuove generazioni sono sempre più stressate. È facile immaginare come questo carico di stress dei genitori possa esporre i figli allo sviluppo di disturbi del comportamento. Il nesso è dimostrato scientificamente, mentre la messa in relazione “vaccino-autismo” non è mai stata dimostrata dalla scienza. Davanti a problemi complessi le risposte sono complesse. Sono quelle che ci aiutano a capire le radici dei problemi. La risposte allarmistiche non servono a nulla».
Di questi temi il professor Rino Stuppia parlerà durante il Convegno Nazionale di Epigenetica che si terrà a Urbino il 6 e 7 ottobre prossimi. Tema della sua relazione sarà: "Traumi e psico-genealogia" .
Per conoscere il programma completo del convegno, dettagli e iscrizioni vai al sito dedicato clicando qui.