La grande importanza del lavoro dei ginecologi, pediatri e medici di famiglia

La prevenzione al centro di tutto. Molti ricercatori e medici guardano al prossimo futuro proponendo con forza un cambiamento di paradigma: stili di vita migliori, ambiente sano e alimentazione equilibrata come soluzione ai problemi di salute che si verificano nella società contemporanea.

«Oggi -dice il dottor Ernesto Burgio, pediatra che da anni si occupa di sviluppo sostenibile, bioetica e nuove biotecnologie genetiche- siamo di fronte a una transazione epidemiologica di grande portata. Stanno aumentando le malattie croniche, degenerative e tumorali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di una pandemia di obesità e di diabete di tipo 2 giovanile. Ci sono grandi preoccupazioni per la diffusione del cancro, malattia rara settanta anni fa e oggi patologia che colpisce una persona su due. Fra l’altro, sta aumentando l’incidenza dei tumori in età giovanile. E forse quello che crea ancora più apprensione è l’aumento dei disturbi del neurosviluppo e delle patologie neurodegenerative come l’Alzheimer. Tutto quello che negli anni Ottanta e Novanta si pensava di risolvere studiando la genetica ora deve essere affrontato in un altro modo, tenendo conto di una visione più complessiva».

Da qui, secondo lei, la necessità di un drastico cambio di approccio alla salute?

«Si. La genetica e lo studio del DNA in funzione del miglioramento della salute non hanno dato le risposte che si attendevano. Oggi abbiamo capito che il DNA ha una memoria e che l’ambiente -prosegue il dottor Burgio- fin dai primi mille giorni del bambino, ha un ruolo di primo piano nell’influenzare il benessere in età adulta. L’esposizione a fattori inquinanti, come pesticidi e metalli pesanti; le infiammazioni croniche e le alterazioni metaboliche della madre, una cattiva nutrizione, possono cambiare in senso negativo la programmazione epigenetica dell’individuo. Da un lato stiamo quindi cercando di individuare i fattori perturbanti, in chiave di prevenzione primaria, e dall’altro di studiare i meccanismi patogenetici per arrivare a fare delle diagnosi precoci. Questo è un cambio di paradigma».

La prevenzione diventerebbe quindi il caposaldo della medicina del futuro?

«La vecchia impostazione che ruotava interno all’idea del farmaco specifico che va sulla molecola alterata deve essere superata. Occorre una visione più sistemica, più complessiva -conclude Ernesto Burgio- dove la prevenzione primaria sia in grado di cambiare la prospettiva. Il ruolo dei ginecologi, dei pediatri, dei medici di famiglia sul territorio sarà importantissimo. E’ un cambio per la medicina, che nel XXI secolo dovrà essere basata su prevenzione, epigenetica, studio dei nostri germi alleati e dell’ambiente. Ambiente che non dobbiamo perturbare in maniera catastrofica».

Scritto da Valentina

Esperta in web marketing e comunicazione, appassionata del mondo della medicina integrata e del benessere olistico, è responsabile della redazione del portale www.biosalus.net

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