Dopo aver osservato come già nel 4.000 A.C. i popoli andini del Perù e dell’Ecuador utilizzassero il tabacco in molteplici forme, abbiano messo in luce come la scoperta dell’America abbia rappresentato il primo contatto dell’occidente con questa pianta.
Dai documenti di viaggio dei principali esploratori del periodo, si evince come l’uso del tabacco nel ‘500 fosse già diffuso nell’intero continente americano, fino a raggiungere il Canada. Infatti quando nel 1534 il navigatore bretone Jacques Cartier entrò in contatto con la tribù degli irochesi, ricevette in dono uno strumento decisamente in uso fra gli uomini, ovvero una pipa da fumo.
Contemporaneamente in Europa venne dato alle stampe un opuscolo sul tabacco e sulle sue presunte proprietà medicinali “Historia Medicinal” attraverso il quale il medico sivigliano Nicolas Monardes elencò gli apparenti benefici del tabacco sul cervello umano, … che ne è purificato e rinvigorito… viene inoltre raccomandato per i dolori del petto, putredini della bocca e per coloro che sono a corto di fiato…
Il seicento segnò un nuovo paradigma riguardo la coltivazione su larga scala della pianta del tabacco. Ormai era chiaro che il tabacco favorisse un utilizzo compulsivo e continuativo, in grado di produrre enormi profitti, al punto che i principali paesi colonizzatori europei ne diffusero coltivazione e consumo in ogni angolo del pianeta.
In breve tempo il tabacco raggiunse una tale diffusione da divenire vero e proprio mezzo di scambio; in particolare gli olandesi lo scambiarono con seta, avorio, cibo e schiavi. Non solo, nel 1652, gli stessi olandesi acquistarono il Capo di Buona Speranza scambiandolo con un carico di tabacco e brandy.
Nel settecento, l’uso del tabacco in Europa, sotto forma di sigaro, trinciato da pipa, da masticazione o da fiuto, rappresentava consuetudini tipicamente maschili e poneva questi atti come “strumenti di differenziazione sociale”
Nei primi decenni dell’ottocento la fabbrica di tabacco di Siviglia era la più grande in Europa, impiegando ben 4.800 donne, decisamente più abili degli uomini nella confezionatura dei sigari.
Come documentato da diversi scrittori dell’epoca, queste lavoratrici fumavano abitualmente, ma non sigari, bensi “papelotes” ovvero tabacco trinciato, avvolto nella carta. Questo nuovo prodotto rappresentò la nascita della moderna sigaretta che raggiunse con successo, prima Parigi, ove venne denominata “cigarette” e progressivamente l’intero continente europeo.