Una versione vegetale delle cellule staminali per la bellezza e la salute della pelle
La ricerca in ambito cosmetico è spesso volta a cercare sintetizzati o concentrati attivi specifici per apportare elementi in più ai tanti volti stressati dei numerosi consumatori in cerca di miracoli. Spero non tardi a diffondersi in questo settore ed un po’ a tutti i livelli l’uso dei gemmoderivati, estratti di quelle parti di pianta che possono essere considerati la versione vegetale, e di semplice reperibilità, delle cellule staminali. Invece di uno specifico principio attivo i gemmoderivati sono caratterizzati da un ampio fitocomplesso, forse non troppo interessante per le titolazioni dei singoli principi ma semmai per l’azione sinergica di questa moltitudine che attua profonde risposte a livello della singola cellula.
Chi già conosce i gemmoderivati saprà benissimo dell'importante azione di stimolo e drenaggio cellulare che essi contestualizzano attraverso la loro assunzione. Lo stesso potenziale inizia ad essere sempre più comprovato anche per un uso locale degli stessi. Inoltre suona più come olistico un riattivare le cellule a far da sole piuttosto che rifornirle artificialmente di pricipi attivi per una risposta unicamente sintomatica agli inestetismi o segni dello stress.
Usare un gemmoderivato sulla pelle certamente determina un effetto energizzante e rivitalizzante cellulare e l’ideale sarebbe un utilizzo sinergico abbinato ad un drenaggio uso interno, e nell’ambito cosmetico il melo si può prestare egregiamente in entrambe le modalità viste le caratteristiche antiossidanti, vitaminizzanti, depurative, rigeneranti. A prescindere da ciò che troviamo sugli scaffali possiamo prepararci un ottimo anti-age a base di germogli e gemme di melo selvatico.
Recandoci un venerdì verso le 14 al momento preciso in cui nella propria zona le gemme di melo selvatico iniziano a sbocciare ne raccogliamo, rispettando la pianta, qualche grammo (tipo 10 g) e le poniamo subito in un vasetto dove in precedenza abbiamo miscelato in parti uguali alcool e miele (50 g di ciascuno). Con calma a casa potremo poi macinare il tutto con un minipimer e lo lasciamo macerare al buio per un mese (mescolando ogni tanto). Trascorso questo tempo possiamo torchiare e filtrare il tutto e otterrete una sorta di madre casalinga del gemmoderivato (infatti generalmente si usa glicerina invece del miele).
A questo punto avremo a disposizione un estratto molto concentrato che potremo usare diluito circa al 2-3% in un'acqua aromatica di rosa da usare come tonico antiossidante per il viso, aggiunto all’acqua che addizioniamo all’argilla per una maschera depurativa, oppure ad un'acqua aromatica di rosmarino da usare sul cuoio capelluto come stimolante della ricrescita pilifera o all’acqua aromatica di carota per le rughe o quella di ginepro per le impurità. Abbiamo preso in considerazione il gemmoderivato di Malus domestica o Malus sylvetris poiché l’uso cosmetico è molto incoraggiante viste le proprietà benefiche sulle impurità della pelle, visto la possibilità di stimolo delle cellule staminali, la riduzione dello stress ossidativo e la funzione tonificante e rassodante. Poi il melo è una pianta anche facilmente riconoscibile e potrebbe essere più abbordabile per tanti un po’ come fece Eva nel giardino dell’Eden!